Valle dell'Aterno - Torre del Cornone

Dai castellieri italici ai borghi medioevali

La Media Valle dell’Aterno, in provincia de L’Aquila, è parte di quel sistema di “valli fluviali” caratteristica dell’Abruzzo interno. Qui, infatti, il massiccio appenninico si fraziona in una serie di rilievi a cui corrisponde un parallelo sistema di valli e corsi fluviali.

La prima cosa che ci balza all’occhio, quando arriviamo nella valle dell’Aterno è l’omogenea copertura di boschi dalla quale spuntano, qua e là, gli antichi borghi. Una compatta coltre di boschi, infatti, ammanta il versante nord (in dialetto ju òpaco, sul lato destro sul lato destro dell’Aterno) che si arrampica ripido verso le Pagliare; più sparso e più dolce è invece sul versante sud (la cosiddetta “solagna”, sul versante sinistro del fiume) dove un tempo regnavano terrazzamenti ed agricoltura.

Il paesaggio che oggi troviamo, con i boschi che “assediano” i paesi, ha preso questo aspetto dal dopoguerra in poi ed è la conseguenza del massiccio abbandono delle campagne legato all’emigrazione. Un tempo, dobbiamo immaginare un paesaggio quasi totalmente agricolo con migliaia di ettari di terrazzamenti sui lati della valle, con vigne, seminativi ed arboreti sparsi a formare un fitto mosaico rurale.

Nella media valle dell’Aterno sono sorti, nei secoli, numerosi insediamenti fortificati (Fontecchio, Tione, Fagnano, Beffi, Roccapreturo, Fossa ecc), la cui conformazione attuale risale in larga parte al medioevo, prodotto del fenomeno dell’incastellamento promosso dai Normanni.

Percorrendo la valle, quindi, si incontrano numerose fortificazioni, borghi, ponti romani e medioevali e bellissime chiese che raccontano la storia delle culture susseguitesi nei secoli. Tipici di questo territorio, inoltre, sono i resti dei tanti castellieri italici, collocati sulla cresta delle alte colline che accompagnano la valle e che sono stati progressivamente abbandonati con la conquista romana e con il trasferimento delle popolazioni in siti più accessibili.

Una serie di ritrovamenti effettuati nella valle, ed in particolare nella Necropoli di Fossa, ha portato alla luce preziose testimonianze funerarie risalenti ad un lungo periodo che da circa tremila anni fa, nell’età del ferro arrivano fino al primo secolo dell’era cristiana.

Un paesaggio carsico e verdissimo

Un diffuso fenomeno carsico contribuisce a dare alla valle un aspetto del tutto originale: le numerose doline della zona, simili a crateri vulcanici che si aprono sui rilievi e sui versanti della valle, le tante cavità e altri fenomeni carsici minori sono uno dei caratteri peculiari di questo territorio. Fra di essi, le spettacolari Grotte di Stiffe, che rappresentato oggi una delle maggiori attrattive naturalistiche dell’Abruzzo interno. Una di queste conche carsiche ospita il bel lago Sinizzo, rinfrescante meta estiva, coronata di boschi.

Gran parte della Media Valle dell’Aterno è inserita nel Parco Regionale Naturale del Sirente Velino, un’area estesa circa 50.250 ha, all’interno della quale si trovano una grande varietà di specie vegetali ed animali che rappresentano un ricco spaccato della biodiversità dell’ecosistema dell’Appennino centrale.

Sui pianori a mille metri, sopra i comuni di Fontecchio e Tione, nel versante destro ortografico della Valle dell’Aterno, si trovano bellissimi villaggi contadini di montagna, oggi divenuti un rifugio per gli amanti della pace e della vita frugale: sono le “Pagliare” che, con i loro vasti altipiani, precedono ’imponente massiccio innevato del Sirente che, dall’alto dei suoi 2300 metri, domina la vallata.

Cervi, lupi ed istrici

Molto ricca è la popolazione di ungulati, come i caprioli, i cinghiali e i cervi che, a settembre, si sentono bramire fin sotto le mura dei paesi. Questi sono la base alimentare per i lupi che si sentono spesso ululare nella notte.

La valle è ammantata da una compatta foresta di querceto misto, che fra roverelle, carpini, aceri, ornielli ed altre specie, dona, in autunno, colori spettacolari al paesaggio. Qui fa la sua sporadica comparsa anche l’orso bruno marsicano che vede alcuni esemplari, soprattutto maschi, aggirarsi in cerca di nuovi territori

L’Aterno che scorre nella valle è invece accompagnato dal nastro argenteo dei salici e dei pioppi, fra le cui chiome vola solenne l’airone cenerino mentre sul pelo dell’acqua sfreccia l’elusivo merlo acquaiolo. Nelle campagne di fondo valle, durante la notte, incontriamo di frequente il “terrore” degli agricoltori: l’istrice, capace di scavare buche profonde e di passare così ogni recinzione posta a difesa delle colture.

Faggete senza fine, praterie e querce giganti

Ai piedi della bastionata calcarea del Sirente, si stendono grandi faggete silenziose che annoverano numerosi giganti arborei. Lungo gli antichi cammini che accompagnano la valle, troviamo invece bellissimi viali di querce gigantesche che segnano il paesaggio con delle strisce di verde intenso.

Sotto il profilo della biodiversità vegetale la media valle dell’Aterno e le zone adiacenti, presentano, infatti, una straordinaria ricchezza sia come numero di specie che come aspetti vegetazionali. Questa ricchezza è dovuta alla notevole diversità di ambienti che caratterizzano il territorio, alle diverse forme geologiche e alle forti differenze di altitudine compresa tra i circa 600 m s.l.m., della zona lungo il fiume Aterno, fino alle aree di alta quota che culminano con il monte Sirente (2343 m), passando attraverso i pascoli dei piani carsici e i boschi dei versanti.

Il territorio del parco Sirente-Velino è pertanto considerato d’importanza strategica in quanto costituisce un corridoio naturale per la fauna che mette in relazione l’Appennino centro-meridionale con quello centro-settentrionale. Questo territorio rappresenta un mosaico di aspetti ecologicamente distinti che idealmente collegano il mondo mediterraneo, che ancora si intravede nelle gole di san Venanzio e nella bassa valle dell’Aterno, a quello alpino molto ben rappresentato dal crinale della catena del Sirente, passando attraverso il mondo delle praterie, delle steppe e dei querceti caducifogli, largamente diffusi, arricchendosi in questo percorso delle grandi faggete che ammantano soprattutto i versanti esposti a settentrione.

Ad ogni quota e nelle varie fasi stagionali è possibile ammirare una straordinaria varietà di fioriture: in primo luogo le orchidee selvatiche. Tra le più comuni, che in alcuni casi quasi tappezzano i prati con le loro splendide fioriture, vi è l’orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina), che fiorisce su pascoli e radure della zona montana da maggio fino a metà luglio.

La rete dei sentieri della valle

Per chi volesse scoprire nel modo migliore, cioè camminando, il silenzio e l’armonia di questo territorio esiste una fitta rete di sentieri marcati e geo-referenziati che in parte si snodano fra un borgo e l’altro, in parte si inerpicano nei boschi per raggiungere gli altipiani e le vette del Sirente.

Per ulteriori informazioni, visita www.valledellaterno.it.

In questo sito è anche possibile scaricare gratuitamente la guida della valle “A passo d’uomo” e la cartina dei sentieri.