Borgo di Navelli

Navelli, il paese dello zafferano

Navelli, incluso nella lista dei “borghi più belli d’Italia” siede su un colle, su di un lato dell’omonimo altipiano e ci guarda dall’alto con le sue mille finestre che sorvegliano silenziose la piana.

Per questo borgo passava l’antico tratturo Centurelli-Montesecco che pochi chilometri prima si divide dal Tratturo Magno, presso la bella chiesa di Santa Maria Centurelli. Ciò che rende anche oggi celebre questo centro montano, è la produzione del cosiddetto “oro rosso”, lo zafferano i cui fiori viola colorano, con piccoli appezzamenti cintati, la grande piana fra ottobre e novembre di ogni anno.

Il centro storico di Navelli

Il centro storico, un dedalo di viuzze, portali decorati, chiese ed archi, si arrampica sulla collina fino a raggiungere, sul colmo, il grande palazzo signorile seicentesco dei Santucci. Su questi vicoli e nelle piazzette si affacciano le tante botteghe, ormai chiuse, che ci raccontano della vita di un tempo come anche le “pilucce” vasche circolari incavate nella pietra, che servivano da abbeveratoio per gli animali o come i vecchi forni affumicati, luoghi di incontro e di scambio.

Palazzo Santucci (attualmente in restauro), sorge su un precedente castello medioevale e apre, sull’ampio piazzale antistante, il suo bel cortile adornato di due grandi scale di pietra che danno accesso ad un loggiato e, attraverso questo, ai tanti locali del castello.

Dal retro del palazzo si scende nel sottostante borgo e si raggiunge, per prima, la chiesa di San Sebastiano, con interni barocchi, ed il campanile che era originariamente una torre del castello. Oltrepassata porta castello, l’unica porta medioevale sopravvissuta, inizia la parte più antica del borgo e si apre la vista sulla Maiella.

Qui si imbocca una ripida discesa a scalini dalla quale si diparte un dedalo di stradine, mentre sulla via principale si affacciano i diversi palazzi signorili come il quattrocentesco palazzo Onofri con la porta Villotta e palazzo Cappa con la cappella San Pasquale; poco oltre c’è Porta Santa Maria e, continuando verso sud-est, Porta San Pelino: le tre porte furono costruite dopo il terremoto del 1456, quando Navelli ampliò le sue mura.

Fuori dalle mura e nei dintorni

Fuori dall’abitato, sul sito dell’insediamento romano di Incerula, ingresso settentrionale della Via Claudia Nova nell’altopiano di Navelli, è possibile visitare la chiesa più antica di paese, Santa Maria in Cerulis (XI secolo) che vanta una storia antichissima, essendo realizzata su di un tempio italico dedicato a Ercole, protettore delle greggi e dei pastori,

Nella frazione di Civitaretenga, poco fuori da Navelli, si trova il monastero di Sant’Antonio, col chiostro del XIII secolo con l’annessa chiesa rinascimentale dal bel portale e si intravedono, nel cuore del borgo, i resti della torre quadra medievale distrutta dal sisma del 2009. A pochi passi da questa di apre la “via Guidea” che ci ricorda il piccolo ghetto che ospitò una comunità ebrei che ebbero il monopolio del commercio dello zafferano fino all’inizio del XVI secolo, quando futo cacciati con la forza da tutto il Regno di Napoli.

Cosa Fare a Navelli

Molte delle iniziative promosse a Navelli gravitano intorno ai prodotti dell’agricoltura locale. Lo zafferano Purissimo dell’Aquila, che ha ricevuto il marchio dop nel 2005, non è peròl’unico prodotto che caratterizza questo territorio dato che esso offre anche l’olio degli olivi della vicina conca Tritana, molito a Navelli oltre alle mandorle ed ai piccolissimi e saporiti ceci DOP. Su questi prodotti si costruisce ogni anno la “Sagra dei ceci e dello zafferano” mentre diverse aziende coinvolgono i turisti nella mattutina raccolta e “capatura” dello zafferano. Altri divertente evento è il “palio degli asini” che si tiene, nella piana sotto il paese, il primo fine settimana dopo ferragosto.