Il Cervo in Abruzzo: il più grande erbivoro del Parco Sirente-Velino

Il cervo, il più grande erbivoro selvatico d’Abruzzo

Nel Parco Naturale Sirente – Velino il cervo (Cervus elaphus), sta conoscendo una grande espansione demografica. La sua presenza nel territorio del parco parte dal 1990, grazie ad un programma di reintroduzione del Corpo Forestale, con il rilascio dei primi animali, provenienti dal Parco Nazionale dello Stelvio e delle foreste del Tarvisio. In seguito si sono succedute altre immissioni che, grazie all’idoneità dell’ambiente ed al successo riproduttivo, hanno portato la popolazione di cervo dell’area protetta (circa 50.000 ha) a circa 260 esemplari.

La stagione dei bramiti

La popolazione dei cervi del parco viene stimata grazie ai “censimenti al bramito”, quando i ricercatori ed i volontari si pongono, nelle notti tra la fine estate e inizio autunno, all’ascolto del “bramito”, il verso cupo e possente che i cervi maschi emettono durante la stagione degli amori.

In questo periodo, le foreste della Valle dell’Aterno e le praterie di alta quota del riecheggiano infatti del bramito: decine e decine di esemplari maschi si impegnano in estenuanti duelli vocali che sfociano poi in veri e propri combattimenti per stabilire la supremazia sugli harem di femmine. I bramiti si susseguono e si rimbalzano potenti da un lato all’altro della valle, dal tramonto all’alba, senza interrompersi quasi mai.

Dalle mura del borgo di Fontecchio si può ascoltare questo straordinario concerto mentre nei prati che circondano l’abitato di Goriano Valli, dove il parco ha istituito l’Oasi del Cervo, si possono vedere i maschi più anziani e dominanti scontrarsi con i loro palchi superbi contro i più giovani sfidanti, impegnandosi in aspri duelli. Nella notte spesso si sente il secco rumore delle corna che si scontrano.

Dove vive il cervo

Per osservare questo grande erbivoro dobbiamo appostarci nei boschi con radure e fra gli arbusti.

Non è difficile però osservare i cervi al pascolo alle prime luci e al crepuscolo. Un segno molto chiaro denuncia la presenza dei cervi in un territorio: sono gli alberi scortecciati contro i quali il cerco maschio strofina le corna per rimuovere il “velluto” che le ricopre quando esse ricrescono dopo essere cadute nel corso dell’inverno.

In alcune zone del Parco Nazionale d’Abruzzo, negli ultimi anni, i cervi sono diventati assai confidenti, spingendosi fin dentro i centri abitati come avviene a Villetta Barrea e Civitella Alfedena o pascolando tranquillamente nei prati attorno agli abitati. Non bisogna avvicinarsi troppo e non si deve offrire loro del cibo ma limitarsi ad osservarli in silenzio da lontano.

Se si viaggia nelle strade della Valle dell’Aterno durante la notte, bisogna prestare la massima attenzione perché questi “giganti” possono sbucare improvvisamente, specie nella stagione degli amori, quando sono ubriachi di stanchezza e di ormoni.

A caccia di corna

Terminata la stagione degli amori, il cervo perde le corna e spesso le ritroviamo nei boschi e lungo i sentieri che essi percorrono. Trovare un palco di cervo è un’esperienza emozionante e spesso ci fa intuire le dimensioni di questi combattenti: non di rado sfiorano i due metri di lunghezza (la femmina 150-185 cm), con altezza al garrese di 105-140 cm (95-110 cm per la femmina) mentre il peso di un maschio adulto può arrivare a ben 300 kg.