L’Orso bruno marsicano è uno dei simboli dell’Abruzzo dove vive il suo nucleo più consistente. Questo orso è stato riconosciuto come sottospecie degli orsi bruni che troviamo nell’est Europa e, da qualche anno, anche sulle Alpi ed è dunque un raro endemismo esclusivo dell’Italia centrale.
È presente con la sua popolazione più importante – circa 50 esemplari – nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e in alcune zone limitrofe. Nel territorio del Parco Sirente-Velino erano già da tempo presenti diversi maschi erratici provenienti dalla suddetta area protetta. I maschi di questa specie, infatti, tendono a lasciare l’area di origine, percorrendo centinaia di chilometri per trovare nuovi territori.
Le femmine, però, tendono a muoversi meno tanto che i maschi, prima o poi, ritornano nella zona di origine nel Parco d’Abruzzo. Negli ultimi anni, però, sono cresciute le segnalazioni di orse nel Sirente-Velino, talvolta anche con i piccoli.
Nonostante sia di dimensioni inferiori rispetto a quelle degli orsi nord europei, un maschio di orso bruno marsicano pesa in media 140 – 210 kg (le femmine sono più piccole) ed una lunghezza massima di 150 – 180 cm. È comunque un animale molto agile tanto che non fa fatica a raggiungere altezze di tutto rispetto, quando si arrampica sugli alberi. I sensi più sviluppati nell’orso sono l’ha udito e l’olfatto che lo aiuta nel trovare cibo. La vista è invece piuttosto debole.
La vita media di un Orso bruno marsicano in libertà è di 35-40 anni.
L’orso bruno marsicano è onnivoro e la sua molto è varia ed anche se è soprattutto basata su vegetali (bacche, radici e frutta) mangia anche insetti, larve, miele e carcasse di animali.
L’habitat ideale per questo animale è soprattutto il bosco e la fitta boscaglia dove trova cibo e rifugio. Non di rado, però, l’orso si avventura negli spazi aperti delle praterie di montagna e nei fondovalle coltivati per fare razzia di frutta e per saccheggiare gli alveari.
Proprio per questo, nel Parco d’Abruzzo sono spesso stati adottati dei sistemi di difesa degli orti, degli alveari e dei frutteti così da impedire all’orso di entrarvi e ridurre così i potenziali conflitti fra orso e i residenti. Ad ogni modo, l’orso, in genere, predilige luoghi tranquilli e lontani dalla presenza umana ed è per questo che è tanto difficile vederlo.
Durante la stagione degli amori, verso maggio-giugno, l’orso maschio va alla ricerca di una compagna per accoppiarsi. È di fatto il solo momento di socialità per l’orso maschio che, in genere, è un animale solitario. Gli orsi di entrambi i sessi possono accoppiarsi con più individui nella stessa stagione e quindi, nella medesima cucciolata, possiamo trovare cuccioli figli di padri diversi.
Gli orsacchiotti pesano 300-500 g al momento della nascita che avviene nella tana, durante il letargo invernale. Poi vivono per due anni con la madre e diventano adulti verso i 10 anni di età.
Quado arriva la stagione fredda e diventa difficile trovare cibo a sufficienza, gli orsi cercano una tana asciutta e sicura per trascorrervi il letargo fino a primavera. Non si tratta però di un letargo vero e proprio: contrariamente a quanto fanno altre specie, gli orsi possono addirittura uscire fuori dalla tana durante le belle giornate invernali.
Durante l’inverno non cercano cibo ma si fanno bastare il grasso sottocutaneo che accumulano nella bella stagione, specialmente in autunno, quando vanno in cerca dei frutti più nutrienti come il ramno, la cui presenza in un’area diventa, spesso, determinante nel consentire la presenza degli orsi.
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